sabato 4 settembre 2010

Trinacria

TRINACRIA

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Sicilia - dall'antico nome greco Trinacria, che significa treis (tre) e àkra (promontori);




Regno di Trinacria








Il regno di Trinacria nacque nel 1302 con la pace di Caltabellotta, quando, a conclusione della prima fase della guerra dei Vespri siciliani, il Regno di Sicilia fu ufficialmente diviso in due parti: la Sicilia fece parte, appunto, del regno di Trinacria, guidato da Federico III di Aragona ed Eleonora d'Angiò, mentre alla parte peninsulare toccò la denominazione di regno di Sicilia citra, con re Carlo II d'Angiò.

Il nome trinacria fu scelto in onore dell'antico simbolo dell'isola, anche chiamato triscele.


COSTANZA E GIACOMO

Costanza II di Sicilia, principessa siciliana della casa di Svevia, in quanto figlia di Manfredi Costanza si occupò dell'isola mentre il marito gestiva la corona d'Aragona, in quanto il regno dell'isola veniva considerato appunto come il regno di Costanza.

Nel 1266, Manfredi re di Sicilia padre di Costanza, perde sia il regno che la vita e la famiglie siciliane come i Lauria, i Lanza (la famiglia della nonna di Costanza) e i Procida che si opposero agli angioini se ne andarono nella Corona d'Aragona.

Quando anche Corradino morì decapitato a causa degli angioini, Costanza vedendo anche che il popolo siciliano si ribellò agli angioini cercò di convincere il marito a riprendere il regno. Il marito Pietro effettivamente acconsentì ed inoltre avevano dei contatti con la nobiltà siciliana che era stanca dei soprusi angioini.

Quando il 30 marzo 1282 ci fu l'insurrezione dei Vespri siciliani, il popolo isolano cercò all'inizio di costituire uno stato chiamato come Communitas Siciliae, ma subito dopo i nobili isolani chiamarono Costanza e il marito Pietro a regnare sull'isola.

Costanza e il marito furono incoronati regnanti dell'isola il 30 agosto del 1282. Quando i siciliani si accorsero che il marito Pietro non era quell'uomo che avrebbe dato la libertà e il buon governo dell'isola, infatti egli cercò di riconquistare la parte continentale dell'ex Regno di Sicilia e scoppiò una rivolta interna, capitanata dal valoroso Gualtiero di Caltagirone, lo stesso Pietro scomunicato dal papa ritornò in Aragona lasciando l'isola nelle mani della moglie.

Pietro morì nel 1285 e la moglie continuò ad occuparsi del governo dell'isola, per conto del figlio Giacomo.

Sarà lo stesso Giacomo che una volta ottenuta l'investitura papale di conquistare fondare un regno di Sardegna e Corsica lascerà l'isola e la madre a se stessa, fortunatamente il parlamento siciliano nel 1295 sceglierà come re Federico III che passerà alla storia come uno dei migliori re dell'isola.

Costanza lascerà la sua terra natia proprio nel 1295 e si ritirerà in clausura a Barcellona dove morirà nel 1302.





Giacomo d'Aragona fu re di Sicilia dal 1286, col nome di Giacomo I, mentre, il fratello maggiore, Alfonso III gli successe sul trono di Aragona e di Valencia e nelle contee catalane. L'ex regno di Sicilia era diviso in due regni, quello di Napoli, sul continente e quello di Sicilia, che poi diverrà di Trinacria, sull'isola, ed entrambe le parti si dichiaravano guerra praticamente sempre.

Giacomo, raggiunta la Sicilia dove già si trovava la madre, Costanza, continuò la guerra contro gli angioini con al comando dell'ammiraglio Ruggero di Lauria, infatti il 23 giugno del 1287, Lauria sconfisse la flotta napoletana, a Castellamare, impadronendosi di 42 galere, mentre lo stesso giorno Giacomo aveva sventato un attacco contro Augusta. Carlo II d'Angiò fu imprigionato e deportato in Aragona, ma fu rilasciato sotto investitura papale e nominato re di Napoli.

Nell'agosto dello stesso anno, però a causa dei mamelucchi che minacciavano Acri, fu siglata una tregua di due anni.

Quando nel 1291 Giacomo fece pace con i francesi, annunciò di ridare l'isola agli angioini. Mentre il 19 giugno di quello stesso anno, il fratello Alfonso morì improvvisamente lasciando la corona d'Aragona a Giacomo e disponendo che la Sicilia andasse al terzo fratello Federico; Giacomo quindi divenne sovrano dei territori iberici e si fece incoronare a Saragozza nel mese di luglio, ma si tenne il regno di Sicilia dando al fratello Federico (già in Sicilia dal 1283) il titolo di governatore dell'isola e rimase con l'amata madre.

Il governo di Giacomo in Sicilia fu breve, ma fu buono, egli diede maggiore vita al parlamento e migliorò i traffici commerciali, purtroppo però col trattato di Anagni che fu avviato su proposta del Papa Celestino V e concluso dal Papa Bonifacio VIII, Giacomo cede la Sicilia ritirandosi definitivamente dalla guerra contro gli angioini.
In cambio ottenne l'investitura papale di fondare un regno Sardo-Corso.
Il trattato prevedeva l'unione di Giacomo con Bianca d'Angiò figlia del Re Carlo e sorella di Roberto d'Angiò ed il matrimonio di quest'ultimo con Iolanda d'Aragona sorella di Giacomo. Inoltre il trattato prevedeva la remissione in libertà degli angioini catturati.Ma i nobili siciliani rifiutarono il trattato e nominarono re dell'isola nel 1295 il giovane ma determinato fratello Federico.










FEDERICO III


Mentre Giacomo lasciava la madre e il fratello Federico al loro destino, il parlamento siciliano non ci sta e dichiara decaduto dal trono il re precedente, nominando al suo posto (e a furor di popolo) il fratello minore Federico.

Federico è stato probabilmente uno dei re migliori dell'isola, sia perché la proteggerà dagli attacchi esterni, sia perché è stato il primo monarca costituzionale dell'isola.

Federico riprese la guerra del Vespro, e con determinazione conservò la Sicilia ma non solo, infatti portò la guerra anche nel napoletano sfidando gli angioini "in casa".

Allora papa Bonifacio VIII, chiamò a Roma sia Giacomo che Carlo II d'Angiò e obbligò entrambi a dichiarare guerra all'isola affinché la riconquistassero e rispettassero il trattato di Anagni; dovettero abbandonare la Sicilia, sia Giovanni da Procida che Ruggero di Lauria, che divenne ammiraglio della flotta alleata anti-siciliana ed alla fine anche la regina madre Costanza dovette abbandonare il figlio prediletto Federico.

Giacomo si alleò nuovamente con gli angioini e con una potentissima coalizione anti-siciliana formata dal regno angioino di Napoli, regno di Francia, Papato, Città guelfe italiane e Corona d'Aragona, dichiarò guerra all'isola con l'intento di riconquistarla.

Il 4 luglio 1299 si combatté nelle acque di Capo d'Orlando una battaglia passata alla storia come una delle più dure, 6.000 soldati siciliani morirono, mentre il Capitano generale della flotta: Blasco d'Alagona e lo stesso Federico rimasero feriti, e salvarono solo 17 galee. Federico ferito non abbandonò mai l'esercito siciliano e continuò a resistere.

L'isola resistette più volte e il fratello Giacomo si ritirò in Aragona dove iniziò a conquistare la Sardegna e la Corsica.

La guerra però non era finita, gli angioini cinsero d'assedio Messina ed entrarono a Catania ma Federico scacciò gli invasori a Falconara (Trapani).

Allora il papa, nel 1300, chiamò in aiuto i templari, gli ospitalieri ed i riluttanti Genovesi, ma tolta una nuova brillante vittoria della flotta di Lauria su quella siciliana, la situazione non migliorò anzi si continuava in uno stato di costante guerra. Infine Bonifacio VIII si rivolse al re di Francia, Filippo IV il Bello, che inviò un esercito al comando del fratello, Carlo di Valois, che, arrivato in Sicilia, nel maggio del 1302, l'attraversò sino a Sciacca, dove però arrivò distrutto dalla malaria e, per la paura di un deciso attacco da parte di Federico, accettò la pace che gli venne offerta.

La prima fase della guerra dei Vespri Siciliani terminò con la pace di Caltabellotta: il 31 agosto del 1302, nel castello del Pizzo, si firmò il trattato di pace che prevedeva che Federico rimanesse re dell'isola con il titolo di Re di Trinacria fino alla sua morte e che poi avrebbe consegnato l'isola agli angioini ed inoltre sanciva l'impegno che Federico sposasse Eleonora, figlia di Carlo II di Napoli.

In realtà questo trattato servì a Federico a fortificare l'isola e a risanarne l'economia riprendendo così con maggior vigore la guerra contro Napoli. Federico inoltre formula un trattato costituzionale con il popolo e i nobili isolani:

Nel 1313 riprese la guerra contro gli angioini ed assunse nel 1314 il titolo di re di Sicilia e si accordò con gli angioini per una tregua, che sarebbe durata fino al 1320. Finita la tregua, Federico, nel 1321, inviò una potente flotta con reparti di cavalleria di fronte a Genova, in aiuto ai ghibellini che combattevano contro la repubblica di Genova, ma Roberto d'Angiò, alleato di Genova, inviò 82 galee che costrinsero la flotta siciliana a ritirarsi e rientrare in Sicilia. Nel settembre dello stesso anno, la flotta siciliana tornò a Genova e coordinando gli attacchi con le truppe dei ghibellini lombardi capitanati da Marco Visconti, riuscì a creare grandi difficoltà per i difensori, senza però riuscire a fare cadere la città. Col cattivo tempo, la flotta, molto danneggiata, dovette rientrare definitivamente in Sicilia.

Nel 1322 Federico per non perdere la Sicilia incoronò il figlio Pietro re dell'isola per assicurarsi la successione, attirandosi le ire del papa Giovanni XXII, che scagliò l'interdetto sulla Sicilia e lo tolse solo nel 1334.

In viaggio da Palermo ad Enna, si ammalò gravemente. Morì il 25 giugno del 1337, mentre era in viaggio per Catania, poiché sperava di ricevere cure migliori nell'ospedale della Commenda di S. Giovanni Gerosolimitano nei pressi di Paternò (CT). Com'era tradizione di quei tempi, nell'ospedale vennero sepolte le viscere, mentre la salma, trasportata a Catania, fu esposta al Castello Ursino. Federico all'inizio dichiarò di voler esser sepolto a san Francesco nella città di Barcellona, accanto al fratello Alfonso d'Aragona e alla madre Costanza. Tale allontanamento da Palermo sarebbe stato inaccettabile per i siciliani e quindi modificò le sue volontà e dispose per una sepoltura nella cattedrale della capitale. La salma venne quindi tumulata provvisoriamente nella Cattedrale di Catania, in attesa di traslazione a Palermo. A causa del perdurare della guerra del Vespro la salma rimarrà definitivamente a Catania.




PIETRO II




Pietro II di Trinacria era figlio di Federico III e di Eleonora d'Angiò e fu dal 1321 re di Trinacria. Nel 1321 il padre Federico gli assegnò la corona di Trinacria vanificando gli effetti della pace di Caltabellotta, accordo che prevedeva il ritorno della corona agli Angioini. Con questo atto proseguì la lotta iniziata con la rivolta del Vespro in Sicilia. Ma regnò effettivamente dal 1337 in poi alla morte del padre Federico. Si sposò con Elisabetta di Carinzia, dal matrimonio nacquero nove figli compresi i due futuri re di Trinacria cioè Ludovico e Federico IV Il suo regno sarà caratterizzato dalla continua guerra contro gli Angioini di Napoli difendendo l'isola dagli attacchi esterni e cercò di rendere il regno come un organismo solido e strutturato riuscendo a mantenere l'indipendenza dai "soliti" attacchi. Morì il 15 agosto 1342, a Calascibetta (EN). È sepolto nella cattedrale di Palermo.





LUDOVICO IL FANCIULLO


Ludovico il Fanciullo fu Re di Trinacria dal 1342.

Suo padre Pietro II di Trinacria morì nel 1342 e il regno passò nelle mani del figlio che aveva solo cinque anni, coadiuvato dalla madre Elisabetta di Carinzia e dal marchese di Randazzo Giovanni. Durante il suo regno, il reame fu colpito da una pestilenza che decimò la popolazione per alcuni anni, in punto di morte, dichiarò tutore del regno Blasco II d'Alagona, malvisto dalla nobiltà catanese e siciliana in generale, per via delle sue origine extra-isolane. Ludovico mandò l'esercito regio a Milazzo a sfidare i Chiaramonte e successivamente si arrivò alla pace. Morirà nel 1355 colpito dalla peste a soli 17 anni. La sua dimora preferita fu Randazzo.




FEDERICO IV




A succedere a Ludovico sarà Federico fratello minore del re precedente. Federico IV è famoso soprattutto per aver chiuse definitivamente la contesa contro gli angioini, dominatori di Napoli, dopo ben novanta anni di guerre reciproche. Nel 1372 Federico firmò ad Avignone gli accordi con la regina di Napoli, Giovanna d'Angiò che sancirà la pace definitiva tra i due regni e le due case regnanti. Il trattato stabiliva il riconoscimento del possesso della Sicilia al ramo di Federico della casa di Aragona, come contropartita il papa e il re di Napoli erano riconosciuti come sovrani dal Re di Trinacria e il regno di quest'ultimo manteneva la denominazione di Regno di Sicilia [1], si trattava di una condizione di vassallaggio, che divenne simbolica in poco tempo causa la decadenza del regno angioino.

Tuttavia i re isolani, negli atti ufficiali, si didero il titolo di "Re di Sicilia ultra Pharum", chiamando i regno napoletano "Sicilia citra Pharum" [2]; solamente nel 1444 Alfonso V d'Aragona, passato alla storia anche come anche Alfonso I di Napoli, riunirà le due corone prendendo il titolo di Rex Utriusque Siciliae (ossia Re dell'una e dell'altra Sicilia).

Il nomignolo di Federico IV sarà "il semplice" perché gli viene rimproverato il fatto di avere poche abilità gestionali. Durante il suo regno ci sarà la solita contesa interna tra i Chiaramonte e i Moncada.







ARTALE ALAGONA E LO SCACCO DI OGNINA


Prima di chiudere l'estenuante contesa della guerra dei novanta anni, ci sarà un ultimo scontro, avvenuto nelle coste di Aci, gli angioini tentarono dei continui attacchi nelle coste isolane, le galee angioine penetrarono nel territorio marittimo di Aci saccheggiando la località e assediando i resistenti nel castello cittadino, Artale il Gran giustiziere del regno, con coraggio e spregiudicatezza uscì con il suo esercito ed affrontò le galee napoletane affondandone due e mettendo in fuga i superstiti. Questo episodio chiamato "lo scacco di Ognina" diede la svolta definitiva nella risoluzione della controversia durata novanta anni.


MARIA REGINA DI TRINACRIA


Maria era figlia di Federico IV, alla morte del padre ereditò il regno a soli dieci anni, in quanto la madre morì nel parto.

Quindi gli fu affidato un tutore cioè Artale Alagona il Gran giustiziere del regno ed acclamato eroe dell'isola.

Il regno attraversò un nuovo periodo di delicatezza interna, e fu diviso in quattro vicariati diversi ufficialmente per garantire il buon governo dell'isola ed evitare i soliti screzi tra le due fazioni avverse, cioè i filo Chiaramonte (di parte siciliana) e i filo Moncada (di parte iberica), per garantire insieme un buon governo collettivo.

In realtà l'isola si trovò divisa in quattro parti, in quanto ognuno gestiva i propri territori senza cooperare con gli altri.

Nel frattempo la giovane Maria cresce ed arriva l'età del matrimonio. Artale sceglie per lei un principe italiano, la scelta ricade su Gian Galeazzo Visconti signore di Milano, il che fa infuriare i Moncada, infatti la regina viene rapita e portata tra i vari castelli dell'isola, dove si pensa di farla legare con un giovane rampollo della famiglia.

In realtà viene portata a Barcellona e sposata con Martino il giovane, questo verrà considerato un usurpatore del trono e creerà ulteriori tensioni interne tra le due storiche fazioni. La coppia avrà un figlio Pietro (sarebbe diventato III) ma morirà a soli sei anni nel 1400. Maria morirà a Lentini l'anno successivo.


I DUE RE MARTINO


Quindi a prendere il potere dell'isola sarà il marito Martino I di Trinacria detto il giovane. Egli sposerà in seconde nozze l'anno successivo della morte della moglie, Bianca di Evreux che diventerà regina consorte di Trinacria e poi regina vicaria dell'isola fino al 1416. Il governo di Martino sarà tutt'altro che buono, infatti si accentua la solita contesa tra le due fazioni e con la morte per decapitazione di Andrea Chiaramonte si esaurirà la dinastia nobiliare siciliana. Martino il giovane morirà a Cagliari per malaria il 25 luglio 1409.

A salire sul trono di Trinacria sarà il padre Martino il vecchio che si chiamerà Martino II di Trinacria, ma morirà l'anno successivo.

LA REGINA BIANCA E LA PERDITA DELL'INDIPENDENZA

Con la morte del marito Martino I e del successore Martino II il potere del regno sarà assunto dalla regina consorte Bianca di Evreux, come vicaria del re della corona d'Aragona, che dovette fronteggiare le avances dell'anziano Bernardo Cabrera conte di Modica, che voleva sposarla per forgiarsi del titolo regale di Trinacria, in opposizione al quale i nobili siciliani offrirono come sposo un giovane conte Niccolò Peralta, col pretesto di salvare l'indipendenza del regno ormai in agonia. Dal 1410 al 1412 si crearono due anni di interregno e Bianca venne nominata dal re d'Aragona Ferdinando I regina con il titolo di vicaria del regno isolano. Ella rimarrà nell'isola fino al 1416 quando avrà il titolo di regina di Navarra e lascerà l'isola che perderà definitivamente l'indipendenza di regno per diventare un vicereame.

venerdì 3 settembre 2010

Città di Palermo

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Territorio [modifica]
La zona di Palermo era in origine un'ampia pianura tagliata da molti fiumi e torrenti ed ampie zone paludose adesso bonificate, circondata da alte montagne (i Monti di Palermo le cui cime sono spesso ricoperte dalla neve durante la stagione invernale)[5].

La pianura di Palermo, si affaccia sul Mar Tirreno, ed insieme ai monti alle sue spalle forma la Conca d'Oro. La disposizione del comune si estende lungo la fascia costiera, con poca penetrazione nell'entroterra. I fiumi che esistevano sono scomparsi o scorrono ancora sotto terra[6][7].

Dalle montagne discendono giù fino al mare delle vallate create nel corso dei secoli dall'erosione delle acque. La Valle dell'Oreto è la principale, ed attraversa la città. La valle delimita una linea di demarcazione tra la periferia ed il centro.



Orografia [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Monti di Palermo.


Il monte Cuccio, con i suoi circa 1.050 metri, è visibile da tutte le aree della cittàLe conformazioni rocciose che circondano e tagliano in varie parti la città di Palermo sono principalmente di origine calcarea e la loro disposizione sul territorio non ha permesso uno sviluppo regolare della città: in alcuni casi, infatti, le montagne si trovano lungo la linea di costa creando una vera spaccatura fisica tra alcuni quartieri.

Il resto dei monti di Palermo, invece, delimita l'estensione della città verso l'entroterra. Tra questi monti si trovano alcune grandi vallate, come la Piana dei Colli nella zona settentrionale della città, la Valle dell'Oreto a sud, e la Conca d'Oro nell'entroterra.

Idrografia [modifica]
L'idrografia della Piana di Palermo è radicalmente modificata nel corso della storia. Il primo insediamento abitato venne costruito tra due fiumi attualmente non più visibili, il Kemonia ed il Papireto, mentre il fiume Oreto si trovava ben oltre la linea delle mura cittadine. I due fiumi che tagliavano la città adesso non scorrono più in superficie, ma nei sotterranei del centro storico: sono evidenti le loro tracce nella toponomastica e nella conformazione delle vie.

Nell'area attualmente occupata dalla città oltre ai tre fiumi principali erano presenti moltissimi torrenti stagionali, che contribuivano a creare zone paludose o comunque ricche di acqua: è il caso della zona San Lorenzo e dell'area di Mondello. L'unico fiume a scorrere oggi tra le strade cittadine è l'Oreto.
Clima [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Stazione meteorologica di Palermo Boccadifalco, Stazione meteorologica di Palermo Punta Raisi e Stazione meteorologica di Palermo Valverde.

Secondo la classificazione dei climi di Köppen, il clima di Palermo appartiene al gruppo denominato Csa: clima temperato delle medie latitudini con la stagione estiva asciutta e calda ed inverno fresco e piovoso (clima mediterraneo). Le stagioni intermedie hanno temperature miti e gradevoli. L'estate è arida e calda ma ventilata e torrida (quindi con indici di umidità non elevati) ma è facile sentire lo scirocco, il vento africano che, seppure in rari casi, fa impennare le temperature massime oltre i 42 °C (record storico di 45,5º registrati all'Osservatorio Astronomico di Palermo).
La maggior parte delle precipitazioni si concentra tra ottobre e marzo.
Raro è il fenomeno della nebbia. Una zona particolarmente "nebbiosa" della città è quella del Parco della Favorita, che grazie ad una particolare posizione al riparo da venti e alla sua ricchezza di vegetazione può, seppure raramente, presentare piccoli e poco duraturi bassi banchi di nebbia; questa zona è (insieme alle zone periferiche pedemontane) una tra le più fresche della città di Palermo[senza fonte].

La zona più calda della città è il centro storico[senza fonte]. Spesso i centri meteo d'informazione nazionale utilizzano i dati dell'aeroporto di Punta Raisi per indicare la situazione meteo del capoluogo siculo. Ma l'aeroporto (diviso dalla città da alcuni rilievi) si trova a circa 22 km di strada dalla periferia ovest di Palermo, e registra di norma in inverno minime più alte rispetto al capoluogo e in estate massime più contenute. La distribuzione delle precipitazioni di Palermo sono quelle tipiche del clima mediterraneo con massimi nel semestre invernale e cali drastici in estate quando posso verificarsi lunghi periodi di prolungata siccità assoluta. La minima assoluta registrata nel centro città a partire dagli anni venti è stata rilevata all'Osservatorio Astronomico, -0,5º (durante la nevicata dell'8 gennaio 1981)[8].

A volte nel capoluogo, come nel resto delle città costiere della Sicilia, possono registrarsi durante le sciroccate più intense massime superiori ai 20º anche in pieno inverno. Tra questi picchi termici, spicca quello del febbraio 2010, dove si sfiorarono i +30 °C, per più giorni consecutivi.

Le temperature minime sotto lo zero sono estremamente rare. Solo le zone periferiche pedemontane o con grandi polmoni verdi riescono, ogni tanto, a registrare qualche valore negativo. Ma in piena città è un fenomeno quasi sconosciuto. In effetti dagli anni 20 nella zona centrale di Palermo solo la stazione meteo dell'Osservatorio Astronomico (sito sul tetto del Palazzo dei Normanni, alto più di 30 metri e circondato da due grandi giardini) ha registrato delle minime negative ma solo durante la nevicate dell'8 gennaio 1981 (-0,5 °C) e quelle del 30-31 gennaio e 1º febbraio del 1999 (fino a -0,4 °C). Le altre stazioni urbane hanno sempre registrato minime positive.


Storia


Età antica [modifica]

Graffiti preistorici nella grotta dell'AddauraL'area della piana di Palermo e i monti circostanti conservano resti di presenza umana sin dal periodo preistorico. Ne è un esempio l'interno delle grotte dell'Addaura, su un versante di Monte Pellegrino, in cui si aprono alcune cavità abitate durante il paleolitico ed il mesolitico. All'interno, in cui sono state ritrovate ossa e strumenti utilizzati per la caccia, si trova un vasto e ricco complesso di incisioni, databili tra l'epigravettiano finale e il mesolitico, raffiguranti figure antropomorfe e zoomorfe.

Palermo fu fondata dai Fenici della città di Tiro nel 734 a.C. con il nome Zyz[9]. Fino a quel momento l'area era stata un emporio commerciale e base d'appoggio per la Sicilia nord-occidentale. Acquisita una certa importanza commerciale grazie alla sua posizione ma soprattutto ai due fiumi (il Kemonia ed il Papireto), divenne meta ambita per i Greci che popolavano la parte orientale della Sicilia, che, tuttavia, non riuscirono mai a conquistarla.

La prima conquista avvenne da parte dei Romani, che, dopo un lungo assedio, riuscirono a sottrarla ai Cartaginesi di Amilcare Barca, costretti a rifugiarsi alle falde del monte Pellegrino (all'epoca chiamato Ercta): i tentativi di riconquista dei Cartaginesi risultarono vani e la città divenne una conquista romana. Sotto il governo di Roma, Palermo continuò a ricoprire il ruolo di porto strategico nel Mediterraneo, vivendo un periodo di assoluta tranquillità per diversi secoli. Palermo fu città romana fino a quando le invasioni barbariche causarono il saccheggio e la devastazione della città.

Età medievale



Dopo la caduta dell'Impero Romano, fino al 535 la Sicilia fu devastata dai Vandali. La liberazione di Palermo avvenne grazie ai Bizantini, che tennero Palermo per tre secoli.

Con la conquista della città, comandata da Belisario, iniziò un'opera di restaurazione di quell'unità imperiale perduta con le invasioni barbariche, dominando in poco tempo l'intera isola che divenne una provincia periferica dell'Impero d'Oriente.


Il Palazzo dei Normanni sede del parlamento siciliano
Particolare della facciata di Palazzo Chiaramonte-Steri
Chiesa della MartoranaNel IX secolo musulmani dal Nordafrica invasero la Sicilia: la conquista dell'isola, iniziata nell'827, si concretizzò nel 965, ma Palermo fu presa già nel 831. Furono i governatori musulmani a spostare la capitale della Sicilia a Palermo: la città si dotò di tutte le strutture burocratiche e destinate ai vari servizi che spettavano ad una capitale. Il monaco Teodosio affermò che a Palermo, durante la dominazione araba, erano presenti più di trecento moschee. Gli arabi introdussero anche i primi agrumeti, formando la Conca d'oro e aprendo così una nuova possibilità di sviluppo economico.

La potenza musulmana, tuttavia, fu corrosa dalle lotte interne che aprirono la via agli stranieri, finché, nel 1072, dopo quattro anni d'assedio, Ruggero d'Altavilla, primo conte normanno, espugnò Palermo.

Nel 1071 i Normanni, sotto investitura papale, ottennero la licenza di rendere nuovamente cattolica la Sicilia ed in poco tempo entrarono in possesso della città e del resto dell'isola: la capitale, prima della Gran Contea di Sicilia, poi del Regno di Sicilia, restò a Palermo. La città raggiunse il massimo splendore sotto il governo di Federico II: in questo periodo furono costruite la chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio (o della Martorana) e la Cappella Palatina. Alla morte di Federico II (1250), Palermo e la Sicilia persero l'egemonia nel Mediterraneo, e il potere si spostò a Napoli, regnata da Carlo d'Angiò. Il popolo palermitano, tuttavia, nel 1282 dette avvio alla guerra del Vespro (durata novanta anni) contro il nemico francese, che terminò con l'adottare la Bandiera siciliana simbolo di autonomia.

Dopo il regno di Sicilia normanno, si alternarono sul trono palermitano altre case reali: gli Svevi (dal 1194 al 1266), che fecero di Palermo una sede imperiale; gli Angioini (dal 1270 al 1282), che spostarono la capitale da Palermo a Napoli; dopo la rivolta del Vespro, Palermo divenne capitale del regno fondato tramite il ramo cadetto degli aragonesi: perderà l'indipendenza nel XV secolo per diventare vicereame iberico.

Età moderna




Affermatasi in un momento di difficile gestione socio-politica per l'isola fu invece la dominazione del Regno di Spagna. Gli spagnoli fecero di Palermo la sede del Viceré. La dominazione spagnola fu molto apprezzata in Sicilia poiché ne rivalutò il territorio come baluardo di importanza strategica per la lotta contro gli Ottomani. Carlo V (1516-1554), fondatore della dinastia degli Asburgo di Spagna, rappresentò la figura simbolo della Storia della Sicilia spagnola. Ben due secoli di dominio da parte delle dinastie spagnole a Palermo terminarono nel 1713 con il Trattato di Utrecht che segnò la fine della guerra di successione spagnola.

Nel 1734 la città divenne dominio dei Borboni, che mantennero i regni di Napoli e Sicilia separati. Nel 1816 entrambi i regni vennero riuniti nel Regno delle Due Sicilie: Palermo perse lo status di capitale, divenendo secondo centro amministrativo dopo Napoli e ciò causò diverse rivolte a carattere separatista nell'isola.


Età contemporanea



Nel 1860 avvenne lo sbarco dei Garibaldini a Marsala; da lì, grazie all'aiuto dei siciliani, che nel frattempo erano insorti, cominciarono a conquistare l'isola in nome dell'unificazione dell'Italia. Tra il 1860 e il 1866 la città fu soggetta a varie lotte e rivolte, che distrussero non poche strutture architettoniche.

In seguito all'Unità d'Italia, il comune di Palermo intraprese la costruzione di alcune importanti opere architettoniche: il taglio di Via Roma[10] e la costruzione dei due teatri più rappresentativi della città, il Massimo e il Politeama.


I magistrati Giovanni Falcone e Paolo BorsellinoNel primo ventennio del XX secolo Palermo attraversò un'epoca florida, con un breve ma intenso periodo liberty. Non interessata dal primo conflitto mondiale, Palermo subì notevoli distruzioni a causa dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, fino ad essere occupata nel luglio 1943 dalle truppe alleate del generale americano George Smith Patton[11].

Il Novecento è stato caratterizzato, inoltre, dallo sviluppo del fenomeno della mafia: nella lotta contro Cosa Nostra furono colpiti, tra gli altri, Boris Giuliano, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il presidente della Regione Siciliana Pier Santi Mattarella, i magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Gaetano Costa e Rocco Chinnici, il sacerdote del quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi e il cinisense Peppino Impastato.

Oggi Palermo è uno dei principali centri d'affari e dei commerci del bacino del Mediterraneo[12].











Simboli




Lo stemma del comune di Palermo è così descritto dallo statuto comunale:

« di rosso all'aquila romana d'oro ad ali aperte, tenente con gli artigli una fascia carica delle iniziali S.P.Q.P »


L'origine dello stemma non è certa, alcune fonti lo fanno risalire ad una concessione del 1154 di re Guglielmo I di Sicilia mentre altre all'epoca romana.

Il gonfalone del comune di Palermo è un drappo di colore rosso, frangiato d'oro caricato dell'aquila romana d'oro ad ali spiegate, tenente con gli artigli una fascia carica delle iniziali S.P.Q.P.[16].

Un altro simbolo della città è il Genio di Palermo, antico nume tutelare del luogo.

Simboli del turismo e della cultura araba palermitana sono le cupole rosse della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti e di San Cataldo[17]


Onorificenze









La città di Palermo è la sesta tra le 27 città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale"[18] per le azioni compiute dalla città nel periodo del Risorgimento[19][20]:

Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale

«Per commemorare le azioni eroiche della cittadinanza palermitana nei gloriosi fatti del 1848, che iniziarono il risorgimento nazionale e la conquista dell'unità. Nel 1848, un anno dopo il fallimento della sollevazione di Messina, Palermo divenne la guida del movimento rivoluzionario antiborbonico. Insorti il 12 gennaio, sotto la guida di R. Pilo e G. La Masa, i palermitani sconfissero in più riprese le truppe regolari e costituirono un governo provvisorio siciliano (2 febbraio), che fu l'ultimo a cadere, sotto i colpi del generale Carlo Filangieri, il 15 maggio 1849.»
— 22 maggio 1898

L'insurrezione di Palermo del 12 gennaio 1848Medaglia d'oro al valor militare

«Fedele alla sua tradizione plurisecolare di patriottismo e di valore, riaffermatasi nelle gloriose gesta del 1848 e nei fasti del Risorgimento italiano, sorretta da incrollabile fede nei destini della Patria, resistette impavida, per oltre tre anni, in condizioni drammatiche, spesso disperate, al succedersi pervicace e spietato di massicci bombardamenti aerei nemici, tendenti ad abbattere il morale e la tenace resistenza della popolazione civile. L'inesorabile azione aerea nemica si abbatté sempre più violenta e indiscriminata su edifici, impianti pubblici, templi, causando perdite gravissime tra la popolazione e danni incalcolabili. Oltre 3000 morti, circa 30.000 mutilati e feriti, in gran parte vecchi, donne e bambini, e la perdita di ingente patrimonio culturale, artistico e religioso, segnarono il calvario dell'olocausto glorioso. 10 giugno 1940 - 8 settembre 1943.»
— 5 marzo 1964

Monumenti e luoghi d'interesse


Il maggior numero di monumenti della città è dislocato all'interno del centro storico; altri sono distribuiti in tutto il territorio palermitano: ville storiche, torri d'avvistamento, tonnare, graffiti rupestri o semplicemente antiche chiese o palazzi nobiliari. Il centro storico di Palermo, insieme con Monreale, è stato candidato dall'Unesco per l'inserimento nella lista dei patrimoni mondiali dell'umanità[21]; vari edifici, tuttavia, sono già riconosciuti e tutelati come monumenti nazionali.

Architetture religiose [modifica]





San Giovanni degli EremitiPalermo conta numerosi monumenti risalenti al periodo normanno: nei pressi del Palazzo dei Normanni, che è diventato oggi la sede del Parlamento Siciliano, è collocata la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti che con le sue caratteristiche cupole rosse è diventata uno dei simboli della città; va ricordata poi la Chiesa della Martorana, dalla ricchissima decorazione a mosaico, del più puro stile bizantino, situata in piazza Bellini, la chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi edificata oltre il fiume Oreto e il Ponte dell'Ammiraglio del 1113. Costruita tra il 1130 e il 1170, la Basilica La Magione, conosciuta anche come chiesa della Santissima Trinità, presenta una pianta a forma basilicale a tre navate sorrette da colonne, mentre internamente la costruzione si presenta molto squadrata e movimentata da una serie di archi ogivali tipici dell'architettura normanna, che girano intorno la chiesa. Dello stesso periodo è la Chiesa dello Spirito Santo (oggi all'interno del Cimitero di Sant'Orsola), dove motivi ornamentali in stile normanno s'inseriscono in una sobria architettura articolata da archetti ogivali e portali d'ingresso.





Situata vicino alla chiesa della Martorana, è la Chiesa di San Cataldo, una costruzione normanna del 1160, dalla caratteristica facciata tripartita sormontata da grosse cupole realizzate su tamburo, che meglio conserva il suo aspetto originario. All'interno è notevolmente interessante il pavimento musivo.


Cattedrale di PalermoSul Cassaro si affaccia lo splendido complesso della Cattedrale eretta nel 1185 su un'area pianeggiante precedentemente occupata da una moschea araba. La splendida commistione artistica presente nell'edificio sembra ripercorrere l'intera storia cittadina e dei popoli che l'hanno guidata mettendo in bella mostra un portale laterale e delle torrette campanarie in stile gotico catalano, una facciata quattrocentesca, un'abside con decorazioni arabo-normanne e una cupola tardo barocca. In seguito ad un disastroso incendio degli ultimi anni del XVIII secolo l'interno venne ricostruito in stile neoclassico. Vi sono conservati i sarcofaghi di Federico II e Ruggero II oltre la tiara d'oro di Costanza di Sicilia, preziosi ornamenti e gioielli reali esposti nel Tesoro. Sull'altro lato della piazza della Cattedrale si trova il Museo Diocesano di Palermo.


Santa Maria della CatenaNell'arco del XIII secolo, in maniera particolare durante la dominazione angioina in città si sviluppò lo stile architettonico del gotico che possiamo ammirare in esempi come la Chiesa di San Francesco d'Assisi, caratterizzata nell'interno da continue trasformazioni e rifacimenti nel tempo che giustificano la complessità e la varietà dei linguaggi artistici in essa presenti; infatti in età barocca l'edificio venne ricoperto da stucchi ed affreschi da Pietro Novelli e nel XVIII secolo Giacomo Serpotta adornò i pilastri con le statue delle Virtù. Altro importante esempio è sicuramente la Chiesa di Sant'Agostino edificata nel 1275.

Appartengono allo stesso periodo la Chiesa della Gancia, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo che oggi ospita mostre ed eventi, la Chiesa di Santa Maria della Catena, dal caratteristico portale catalano e la Chiesa di Santa Maria la Nova, dalla facciata preceduta da un portico a tre arcate Catalane, come nella chiesa di Santa Maria della Catena. È inoltre nota in città per i riti antichi della Passione di Gesù nel Venerdì Santo.


Chiesa di San DomenicoNumerose chiese della città risalgono al periodo barocco, fra cui: la Chiesa del Santissimo Salvatore situata lungo Corso Vittorio Emanuele, la Chiesa del Gesù o Casa Professa situata nel quartiere dell'Albergheria rivestita al suo interno da bassorilievi marmorei posti sulla tribuna e Putti, tutti su modelli di Giacomo Serpotta esperto in "barocco sacro".

La Chiesa di Santa Teresa nel quartiere della Kalsa, fronteggia il Foro Italico, essa è visibile dal mare, per mezzo della fessura di Porta dei Greci, ed ancora la Chiesa di San Domenico con caratteristici elementi rococò, di dimensioni maggiori di quelle della Cattedrale stessa, maestosa e dalla facciata sgargiante che domina l'omonima piazza, con al centro la colonna dell'Immacolata, creando così una grande sintonia, tra piazza e facciata della chiesa. Molto importante la nuova Galleria d'Arte Moderna "Sant'Anna" che ha sede nell'ex convento francescano di costruzione barocca, costituito da un Chiostro all'aperto.


Architetture civili










Di particolare interesse sono anche i Qanat, enorme opera di ingegneria idraulica costruita sotto la città a partire dal periodo della dominazione araba fino al periodo normanno[22]. A questo periodo risalgono anche diversi palazzi appartenuti ai sovrani normanni ed utilizzati come residenze di villeggiature immerse spesso nel verde. Fra questi ricordiamo La Zisa e il suo sistema di fontane, La Cuba dallo stile austero e severo, il Castello di Maredolce all'interno del Parco della Favara e il Palazzo Scibene. Durante il dominio aragonese, la città si arricchisce di pregevoli palazzi nobiliari e chiese caratterizzati da uno stile gotico tipico della Catalogna (il gotico catalano). Il Palazzo Sclafani, che sorge in prossimità del Palazzo Reale e quindi in una posizione privilegiata, fu costruito nel 1330 dal feudatario Matteo Sclafani, conte di Adernò (Adrano), in competizione con il coevo Palazzo Chiaramonte, superbo edificio con chiare influenze gotico-catalane, fatto innalzare dal cognato nell'attuale piazza Marina ed attuale sede del rettorato palermitano. Nel 1495 venne edificato il Palazzo Abatellis, progettato da Matteo Carnilivari in stile catalano e che oggi ospita la Galleria Regionale d'arte Moderna e Medievale mentre risale al 1490 la costruzione del Palazzo Aiutamicristo, noto soprattutto per gli sfarzosi interni che stupirono ospiti illustri fra cui Carlo V e Don Giovanni d'Austria[23].

Nel 1583 fu eretta dal viceré Marcantonio Colonna, la Porta Nuova, rifacendosi al modello di uno degli archi trionfali effimeri eretti in città al passaggio dell'imperatore Carlo V vittorioso a Tunisi. La versione attuale risale al 1669 ed è caratterizzata da una copertura a piramide ricoperta di maioliche colorate. Essendo collegata al Palazzo dei Normanni e quindi alle antiche mura cittadine, è il fondale monumentale del Cassaro o via Toledo, l'asse principale che attraversa il centro storico di Palermo.

Di periodo barocco di importanti sistemazioni urbanistiche per la città. Nel 1600 con il tracciato della Via Maqueda si venne a creare il nuovo salotto della città: all'incrocio con il Corso Vittorio Emanuele, si trovano I Quattro Canti, o teatro del Sole, una piazza ottagonale che costituiva il centro fisico e simbolico della città. Poco lontano in piazza Pretoria si può ammirare la Fontana Pretoria, da poco restaurata sulla quale si affacciano il Palazzo Pretorio o Palazzo delle Aquile, sede del Comune, e la Chiesa di Santa Caterina.


Orto botanico di Palermo
Palazzina CineseNel XVIII secolo la zona limitrofa della città muta considerevolmente grazie all'introduzione del sistema delle ville.

La decisione di spostarsi all'esterno della città consolidata non deriva soltanto dalla "moda della villeggiatura" incalzante nel periodo, ma è dovuta anche all'aumento della pressione fiscale all'interno della città e alla volontà dei nobili di avere una maggiore presenza nei loro fondi agricoli così da poterne tenere sotto controllo la produzione; per questo motivo gli edifici neoclassici si trovano quasi tutti al di fuori delle mura.

Tra gli edifici neoclassici della città va senz'altro ricordato l'Orto botanico di Palermo con il suo gymnasium che venne progettato alla fine del Settecento dall'architetto francese Leon Dufourny fuori dalle mura di Palermo vicino il quartiere della Kalsa, dando così adeguato spazio a quello che diventerà uno dei più importanti giardini botanici d'Europa. La imponente costruzione è in stile dorico e ai lati si trovano due sfingi dello scultore palermitano Gaspare Firriolo.

Particolarmente maestosa è Villa Belmonte all'Acquasanta che rispecchia lo stile neoclassico in ogni suo aspetto, dalle volumetrie alle decorazioni, è inoltre impreziosito da un tempietto circolare composto da dodici colonne corinzie.

Da menzionare inoltre il Palazzo delle Finanze con il suo pronao dorico-siculo, Villa Belmonte alla Noce con i suoi affreschi monocromi, Palazzo Palagonia caratterizzato dalle quattro splendide cariatidi sulla facciata e Villa Airoldi. L'esempio più originale invece è senza dubbio la Palazzina Cinese, dimora di villeggiatura di Ferdinando IV, all'interno della tenuta di caccia del "Real parco della favorita", che unisce i canoni dell'architettura neoclassica con l'eclettismo del tempo di ispirazione orientale.


Prospetto del teatro Biondo
Il Charleston, stabilimento balneare di Mondello costruito a palafitta sul mareNel 1885, iniziò la realizzazione di un secondo asse che attraversava la città, collegando la stazione ferroviaria con la zona portuale. Per la realizzazione di questa nuova arteria, Via Roma, vennero demoliti numerosi edifici, che lasciarono spazio a palazzi di architettura eclettica e liberty.

All'inizio del XX secolo, la città comincia ad estendersi fuori le mura verso nord, soprattutto lungo una nuova strada chiamata via Libertà. In questo quartiere vengono costruite numerose ville in stile liberty, da parte di Ernesto Basile e dei suoi allievi. Per la città inizia una nuova età dell'oro, grazie soprattutto all'opera della famiglia Florio. In quest'epoca la città si rinnova, dotandosi di nuovi ospedali, teatri come il celebre Teatro Massimo, il Politeama Garibaldi, il Teatro Biondo ed altri edifici pubblici.

Particolarmente significativo è l'Hotel Villa Igiea (inizialmente concepita come villa privata, solo recentemente divenuto albergo) costruito alla fine del XIX secolo per volontà della famiglia Florio e su progetto dell'architetto Ernesto Basile, che ha concepito sia l'architettura, che le decorazioni, che il mobilio dell'edificio in puro stile liberty.

Fra i molti villini liberty va ricordato senz'altro il Villino Florio nei pressi del castello della Zisa, che con il suo stile eclettico rappresenta un magnifico esempio dell'Art Nouveau messa in luce da Ernesto Basile e Villino Favaloro progettato dal padre Giovan Battista Filippo Basile. La maggior parte delle altre ville verranno demolite per far posto ad alti edifici di nuova costruzione mentre rimarranno come monito di quel periodo di ricchezza le residenze borghesi nella borgata di Mondello che diventerà in breve tempo la spiaggia preferita dei palermitani. L'esempio più significativo di liberty a Mondello è lo stabilimento balneare della società italo-belga, il Charleston, costruito sull'acqua.

Altri esempi architettonici particolarmente rilevanti sono il Chiosco Ribaudo in piazza Castelnuovo, i Chioschi Ribaudo in piazza Verdi, il Kursaal Biondo e Palazzo Dato.


Palazzo delle PosteDurante l'epoca fascista l'architettura assume connotati dall'aspetto maestoso che si ispirano alla romanità ed alla cultura latina, finalizzata all'esaltazione del regime vigente, spesso mescolati all'ondata della nuova corrente del Futurismo.

Vengono costruiti importanti edifici pubblici quali il Palazzo di Giustizia (progettato nel 1938 ma ultimato nel 1957 dagli architetti Gaetano ed Ernesto Rapisardi in puro stile razionalista italiano), il Palazzo delle Poste in via Roma, pregevole edificio monumentale con arredi futuristi e l'Ingresso monumentale di via Roma.

Degni di nota sono pure la Sede del Banco di Sicilia in via Roma, la Caserma dei Vigili del Fuoco "Ignazio Caramanna" che riprende nel suo complesso i temi dell'architettura futurista nelle volumetrie e nella policromia della costruzione e la Casa del Mutilato.

Dopo il rovinoso bombardamento del maggio 1943 il centro storico venne in buona parte abbandonato dai suoi abitanti, che preferirono trasferirsi nelle zone residenziali costruite tra gli anni cinquanta e sessanta. Fino agli anni ottanta si registrarono alcuni crolli di edifici storici; nonostante le sue notevoli dimensioni, il centro storico è oggi abitato solo da circa 20.000 persone.


Grattacielo Ina Assitalia
Particolare delle facciata della Nuova PreturaPalermo a partire dagli anni cinquanta ha sviluppato uno skyline molto variegato, in parte dovuto al sacco della città durante gli anni successivi alla seconda guerra mondiale in seguito all'abbandono da parte dei cittadini del centro urbano originario e l'emigrazione verso le periferie che ha determinato un boom edilizio senza precedenti, creando nuovi quartieri residenziali ex novo composti principalmente da palazzi in cemento armato che spesso superano i 12/13 piani, modificando Palermo non solo in estensione ma anche in altezza.

Gli edifici più alti della città sorgono prevalentemente intorno allo stadio comunale o nelle periferie sud. Il più alto edificio della città e della Sicilia è il Grattacielo Ina Assitalia che si sviluppa per 65 metri in altezza e si trova in centro città in piazzale Ungheria, altri edifici di una certa altezza sono: Torre Resuttana I (63 metri), Torre Resuttana II (60 metri) e Torre Sperlinga (59 metri).

Molto interessanti gli edifici, progettati da Vittorio Gregotti, del Dipartimento di Scienze dell'Università di Palermo costruiti nel 1969. I corpi si presentano come parallelepipedi scuri e monolitici quasi privi di aperture esterne (ma funzionali e luminosi grazie a cortili interni ricchi di vegetazione) accostati da un sistema di canali e vasche d'acqua.

Altri edifici di grandissimo interesse nel panorama dell'architettura contemporanea sono: il palazzo della sede palermitana dell'Enel del 1961 concepito da Giuseppe Samonà secondo i canoni del Brutalismo, Palazzo Amoroso e la sede cittadina della Banca Commerciale Italiana, entrambe opere del celebre gruppo BBPR, la sede regionale della RAI – Radiotelevisione Italiana edificata nel 1980 in viale Strasburgo e il postmoderno edificio della Nuova Pretura progettato nel 1981 che si trova in prossimità dello storico mercato del Capo proprio dietro il Palazzo di Giustizia.

L'area semipianeggiante che dai Monti di Palermo si adagia verso il mare era anticamente nota come Conca d'oro poiché, essendo coltivata ad agrumeti come limoni, mandarini o arance, questi risplendevano al sole rendendo il paesaggio palermitano un luogo incantevole. Dopo il dominio normanno che divise la zona in grandi riserve di caccia, nel periodo medievale proliferarono i "bagli". Con questo termine vengono descritti i cortili spesso di forma quadrangolare, circondati da alte mura e muniti di torri. Fino al XV secolo erano diffusissimi i bagli in tutta la zona, posti a difesa di piccoli insediamenti che sarebbero poi diventati le borgate storiche della città. È dal periodo Rinascimentale che la classe aristocratica decise di ricreare un piccolo paradiso agreste nella campagna edificando le prime ville; strutture queste non più chiuse e protette da mura, ma aperte al paesaggio naturale e destinate alla villeggiatura o alla vigilanza sul lavoro dei contadini. Le ville così si diffusero in gran numero in tutto il territorio a partire dalla zona a Sud, dai piedi del Monte Grifone, fino a Nord, oltre le pendici dei monti Boccadifalco e Cuccio, attraversando la cosiddetta Piana dei Colli per raggiungere le borgate marinare di Sferracavallo, e Mondello. In gran numero sono le residenze sorte a partire dal XVI secolo, dove, in pieno periodo barocco, la raffinatezza delle architetture, si riflette nello sfarzo degli interni. Delle oltre trenta ville palermitane però poche presentano le stesse caratteristiche di amenità e antica serenità che le contraddistingueva, essendo queste ormai state inghiottite dall'espansione edilizia che ha invaso negli anni la Conca d'oro. Restano tuttavia parecchi bagli privati, ancora avvolti da verdi agrumeti, restaurati e portati ai vecchi splendori

Architetture militari


Rimangono poche tracce dell'antica cinta muraria del periodo punico nei pressi della cattedrale o del Cassaro, mentre sono più visibili alcune porzioni della cinta bastionata cinquecentesca che fino alla fine del XVIII secolo circondava il centro cittadino. In particolare sono ancora integri alcuni bastioni, porte urbane e piccoli tratti delle cinta murarie che sono state risparmiate dall'urbanizzazione ottocentesca. Presso il porto sono visibili i resti dell'antico Castello a Mare, recentemente restaurato, principale avamposto militare borbonico.

Lungo la costa, soprattutto quella settentrionale nei pressi delle borgate di Mondello e Sferracavallo, sono ancora presenti alcune torri di avvistamento. Queste strutture difensive, sorte a partire dal tardo Medioevo, avevano lo scopo di avvisare la popolazione dell'arrivo dei pirati ed essendo collegate fra loro da un sistema di comunicazione basato su segnali di fumo, trasmettevano il segnale anche alle località vicine.


Porte






La città di Palermo si è sviluppata già dalla fondazione fenicia attorno il porto della Cala. Man mano che la città ha attraversato il suo processo di espansione urbanistica, sono state erette mura massicce per protezione da invasori, e per delimitarne un confine cittadino. La città, data la sua posizione geografica, e la sua conformazione a croce delle strade del Cassaro (oggi Corso Vittorio Emanuele) e di via Maqueda possedeva accessi tutt'attorno, nelle direzioni di Messina, Trapani, Monreale ed altre.

Di alcune oggi ne sono rimasti solo i nomi; altre, invece, esistono tuttora. Alcune di queste erano dei veri e propri archi di trionfo, eretti per festeggiare vittoriosi ingressi in città: è il caso di porta Nuova, eretta nel 1583 per accogliere gloriosamente Carlo V, vittorioso su un'armata musulmana. Sulla porta, infatti, sono raffigurati 4 colossali mori con lo sguardo afflitto e sconfitto. Dalla parte opposta, sul terrazzo a mare del Foro Italico (dove sono ancora visibili le mura) sorge Porta Felice: iniziata sotto Marcantonio Colonna, viceré spagnolo in Palermo nel 1582, prese il nome della moglie Felice Orsini e rappresenta l'ingresso in città per chi giungeva dal mare.

Porta Sant'Agata, costruita in pietra grezza e grossi blocchi di tufo, a differenza delle altre presenta una fessura dalla tipica forma del periodo dei Normanni in città. Alcune porte danno origine alle strette strade dove si prolungano i banconi dei mercati e quartieri storici della città, come Il Capo: è il caso di Porta Carini, datata circa al 1309.

L'ingresso più recente è stato fatto costruire in periodo fascista dai modernisti: è l'ingresso monumentale di via Roma, che da piazza Giulio Cesare, dominata dalla stazione centrale, immette nella via costruita a fine Ottocento.


Mercati storici





Palermo conserva ancora gran parte del suo aspetto mediterraneo nei vari mercati storici disseminati nella città: i più caratteristici sono la Vucciria, Ballarò e Il Capo.

La Vucciria si estende tra via Roma, la Cala e il Cassaro, all'interno del mandamento Castellammare. La vicinanza al porto cittadino stimolò l'insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani sin dal XII secolo. La presenza di numerosi artigiani si riscontra tuttora nella toponomastica. Il termine Bucceria deriva dal francese boucherie, "macelleria". Il mercato era infatti inizialmente destinato al macello ed alla vendita delle carni. Successivamente divenne un mercato per la vendita del pesce, della frutta e della verdura. Anticamente era chiamato "la Bucciria grande" per distinguerlo dai mercati minori.

Ballarò è il più antico tra i mercati di Palermo e si estende da piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory, verso Porta Sant'Agata. È uno dei più pittoreschi mercati di grascia, cioè d'alimentari[24]. I prodotti venduti provengono dalle campagne del palermitano.

Il Capo si sviluppa nel cuore dell'omonimo quartiere: conserva elementi popolari del tipico mercato mediterraneo. Altri mercati storici a Palermo sono il mercato delle Pulci e quello dei Lattarini. Da citare c'è anche un mercato dell'usato allestito a Piazza Marina.

Siti Archeologici





Del periodo punico rimane essenzialmente l'impianto urbano della città, corrispondente a un asse urbano principale (il Cassaro) e una viabilità minore che si dirama da questo; sono scarse, invece, le testimonianze tangibili. Tracce puniche sono riscontrabili in limitate porzioni dell'antica cinta muraria o nella necropoli, utilizzata anche in epoca romana, situata nei pressi dell'attuale corso Pisani.

Vi sono invece resti di un insediamento romano all'interno della Villa Bonanno dove sono visitabili i resti di due domus, poste di fronte il Palazzo dei Normanni; altre abitazioni sono state ritrovate nei pressi di piazza Pretoria e piazza Sett'Angeli.

Da corso Alberto Amedeo, superato un ingresso ottocentesco, si entra nelle catacombe di Porta d'Ossuna, databili intorno al IV-V secolo. Queste si snodano nel sottosuolo per diversi metri in direzione nord-sud. Altre due aree catacombali dello stesso periodo sono quelle di San Michele Arcangelo e dei Santissimi Quaranta Martiri.


Aree naturali








Molte aree verdi della città di Palermo sono di costruzione storica e mantengono ancora adesso la loro originale conformazione, tra i più importanti ricordiamo:


Il sistema di vasche d'acqua del Giardino della Zisa
Esemplari rari di Ceiba speciosa all'orto botanico
Una delle quattro esedre di Villa GiuliaForo Italico: grande prato di circa 40.000 m² è posto sul mare davanti l'antica "Strada Colonna" che, costeggiando le mura cittadine, corrispondeva alla prima passeggiata a mare dei palermitani; al suo interno nel 2009 è stato edificato il Nautoscopio, la casa-osservatorio progettata da Giuseppe Amato.
Giardino dei Giusti: in pieno centro storico inaugurato nel 2008 è nato per commemorare coloro che, non ebrei, hanno salvato degli ebrei negli anni dell'olocausto.
Giardino della Memoria: inaugurato nel 2005, commemora tutte le vittime della mafia.
Giardino Inglese: progettato da Giovan Battista Filippo Basile nel 1851 che si ispirò agli ambienti esotici. Si rifà allo stile inglese per la varietà degli ambienti presenti, come le finte rovine e le statue disseminate per il parco;
Giardino della Zisa: aperto nel 2005, ricopre 30.000 m² e si trova di fronte La Zisa in quello che era l'antico parco reale di caccia. Tutto il giardino è attraversato da un sistema di vasche d'acqua, che si sviluppa per circa 130 metri in asse col portale del palazzo;
Orto botanico: ottocentesco giardino botanico, noto per alcuni esemplari particolarmente rari. È uno degli istituti botanici più grandi d'Europa, ed è inoltre uno dei pochi nel Mediterraneo in cui attichiscono rare specie come la Ceiba speciosa, che di solito cresce solo in climi particolari del Sud America, e non si trova in altre parti d' Europa.
Parco archeologico del Castellammare: inaugurato nel 2009 il parco archeologico si sviluppa intorno ai resti del castello-fortezza di epoca normanna;
Parco della Favorita: costruito alla fine del settecento è il parco urbano recitanto più grande d'Italia con i suoi 4.000.000 m²[senza fonte]. È stato riserva di caccia reale all'epoca dei Borbone;
Parco d'Orleans: creato a metà ottocento attualmente sono in corso i lavori di ristrutturazione;
Villa Costa: dedicata dal Comune di Palermo alla memoria del magistrato Gaetano Costa (ucciso dalla mafia nel 1980), attualmente è in ampliamento con l'integrazione di un ampio roseto;
Villa Malfitano Whitaker: progettato da Emilio Kunzmann, il giardino ospita piante rare provenienti da paesi come Tunisia, Sumatra e Australia e un vivaio con circa 150 esemplari di orchidee;
Villa Bonanno: ideato nel 1905 da Giuseppe Damiani Almeyda che progettò anche la casa del custode detiene il record come il più grande palmeto d'Europa[25], ultimamente minacciato dal Punteruolo rosso, un insetto in grado di uccidere in pochi giorni esemplari di Palme secolari;
Villa Garibaldi: giardino progettato da Giovan Battista Filippo Basile nel 1861, contiene un maestoso ficus secolare;
Villa Giulia: giardino costruito nel 1776 dall'originale schema geometrico. Al suo interno vi sono disposte esedre dipinte e una fontana di Ignazio Marabitti sormontata ad una statua raffigurante il Genio di Palermo;
Villa Sperlinga: antica riserva di caccia, oggi è una villa comunale;
Villa Trabia al cui interno si trova la settecentesca villa che ospita una sala mostre e una biblioteca multimediale e due serre in vetro e ferro battuto.
All'interno del comune di Palermo sono presenti tre riserve naturali:

Riserva naturale orientata Capo Gallo: di 5.858.300 m²; comprende l'intero promontorio del Monte Gallo che separa le due borgate di Sferracavallo e Mondello. Vi sono tutelati tratti di costa rocciosa, importanti falesie carbonatiche e tracce di macchia mediterranea;
Riserva naturale integrale Grotta Conza: 43.000 m²; corrispondente all'area prossima alla grotta e la cavità stessa, la riserva è collocata sul Pizzo Manolfo, nei pressi di Tommaso Natale. Viene preservato l'ambiente naturale mediterraneo e protette alcune specie di pipistrelli[26];
Riserva naturale orientata Monte Pellegrino: 10.500.000 m²; comprende l'intero promontorio del Monte Pellegrino e il Parco della Favorita. Sono tutelate le cavità carsiche presenti e le specie endemiche vegetali e animali.


Etnie e minoranze straniere


Molteplici le etnie presenti all'interno della città stanno a sottolineare l'alternanze di dominazioni vissute dalla stesa e dalla Sicilia intera. Tra gli abitanti è facile riscontrare tratti fortemente mediterranei ed allo stesso tempo tratti somatici tipici del Nord Europa. Negli ultimi anni il forte flusso migratorio proveniente dal Nord Africa e dall'oriente ha creato nuovi gruppi etnici in città per i quali è stato creato un giornale, attualmente in città si contano oltre 15.000 immigrati regolari divisi in oltre 100 diverse etnie. Dividendo in macrogruppi riusciamo a distinguere tre ceppi principali inseriti in ordine di dimensione: arabi (proveninenti principalmente da Tunisia, Marocco ed Algeria), asiatici (provenienti principalmente da India, Bangladesh, Sri Lanka, ecc.) e neri-africani (provenienti principalmente da Senegal, Ghana, Nigeria, Costa d'Avorio)[27][28].

In forte crescita la presenza di cinesi, concentrati soprattutto nella zona della stazione centrale, in particolare sulla centralissima via Lincoln, dove si sta sviluppando una piccola Chinatown attorno a un piccolo centro commerciale sorto con accordo internazionale tra Cina e Italia[29].


Religioni





La religione più diffusa, testimoniato anche dal grande numero delle chiese, è quella cristiano cattolica, ma sono anche presenti altre chiese cristiane: anglicane, evangeliche, valdesi, protestanti ed ortodosse. In rapida diffusione l'Islam favorito dal grande numero degli immigrati provenienti dai paesi nord africani[30]. In seguito a questo aumento demografico, è stata istituita nel 1990 la prima moschea moderna di Palermo ricavata dalla vecchia chiesa sconsacrata di San Paolino, ceduta dalla Curia alla regione e dalla stessa alla comunità islamica[31], nonostante la città fosse nota sotto il periodo di dominazione araba come la città delle trecento moschee[32]. In alcune chiese, le fedi si sono fuse con il corso dei secoli, dando vita a dei riti per metà di tradizione occidentale, e per metà orientale. Alcune chiese cittadine celebrano la liturgia seguendo il rito bizantino.

Istruzione e Ricerca

* ISMETT- Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad alta Specializzazione;
* Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia "Adelmo MIrri" ;
* Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Palermo.


Strutture del Consiglio Nazionale delle Ricerche

* Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare "Alberto Monroy";
* Articolazioni territoriali dell'istituto;
* Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni;
* Istituto di studi sui sistemi intelligenti per l'automazione;
* Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati;
* Istituto di genetica vegetale;
* Istituto per le tecnologie didattiche;
* Istituto di biofisica.

Scuole

A Palermo sono presenti più di 450 plessi scolastici, così suddivisi: 162 scuole materne, 144 scuole elementari, 76 scuole medie inferiori e 71 scuole medie superiori (dati all'anno scolastico 2007/2008)[33].


Università







Palazzo Steri sede del rettorato dell'Università degli Studi di PalermoUniversità degli Studi di Palermo, fondata nel 1805, con circa 60.000 iscritti, è una delle principali università italiane
Politecnico del Mediterraneo, nato nel 2008 il nuovo polo universitario è nato grazie all'unione e alla compartecipazione delle quattro università della Sicilia[34]
LUMSA - Libera Università Maria Santissima Assunta è un ateneo privato con sede principale a Roma presente a Palermo con le seguenti facoltà:
Scienze della Formazione
Giurisprudenza
Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista", istituita l'8 dicembre del 1980 dalla Congregazione per l'educazione cattolica, iniziò l'attività didattica l'1 ottobre 1981;
ISIDA - Istituto superiore per imprenditori e dirigenti d'azienda, è un ente senza fine di lucro, costituito nel 1956, che si occupa di formazione manageriale, adottando il modello delle school of business statunitensi;
Libera Università della Politica, associazione nata nel 1994, con lo scopo di creare un ambito stabile per la formazione politica della nuova classe dirigente;
Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo, fondato nel 1953 da Lauro Chiazzese, ex rettore dell'Università degli Studi di Palermo;
Scuola Nazionale di Cinema - Centro Sperimentale di Cinematografia, istituito nel 2008 la sede siciliana della scuola comprende il Corso di documentario storico artistico e docu-fiction per la formazione di giovani filmmaker.

Istituti internazionali per la diffusione della lingua e della cultura

* Società Dante Alighieri - Lingua italiana;
* Goethe-Institut - Lingua tedesca;
* Instituto Cervantes - Lingua spagnola;
* Centre Culturel Français de Palerme et de Sicile - Lingua francese.


Cinema





* Salvatore Giuliano di Francesco Rosi (1962)
* Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963)
* Il boss di Fernando Di Leo (1972)
* La schiava io ce l'ho e tu no di Giorgio Capitani (1972)
* Baciamo le mani di Vittorio Schiraldi (1973)
* Il Viaggio (1974)
* L'Insegnante di Nando Cicero (1975)
* Da Corleone a Brooklyn di Umberto Lenzi (1979)
* Un uomo in ginocchio di Damiano Damiani (1979)
* Crema, cioccolata e pa... prika di Michele Massimo Tarantini (1981)
* Cento giorni a Palermo di Giuseppe Tornatore e Giuseppe Ferrara (1983)
* Pizza Connection di Damiano Damiani (1985)
* Mery per sempre di Marco Risi (1989)
* Ragazzi fuori di Marco Risi (1990)
* Dimenticare Palermo di Francesco Rosi (1990)
* Porte aperte di Gianni Amelio (1990)
* Il padrino - Parte III di Francis Ford Coppola (1990)
* Johnny Stecchino di Roberto Benigni (1991)
* La scorta di Ricky Tognazzi (1993)
* Palermo Milano solo andata di Claudio Fragasso (1995)
* Lo zio di Brooklyn di Daniele Ciprì e Franco Maresco (1995)
* Tano da morire di Roberta Torre (1997)
* Totò che visse due volte di Daniele Ciprì e Franco Maresco (1998)
* I cento passi di Marco Tullio Giordana (2000)
* Sud Side Story di Roberta Torre (2000)
* Il manoscritto del Principe di Roberto Andò (2000)
* Palermo sussurra di Wolf Gaudlitz (2001)
* L'attentatuni, di Claudio Bonivento (2001)
* Brancaccio, di Adele De Gennaro (2001)
* Il ritorno di Cagliostro di Daniele Ciprì e Franco Maresco (2003)
* Gli angeli di Borsellino di Rocco Cesareo (2003)
* Angela di Roberta Torre (2003)
* Miracolo a Palermo! di Beppe Cino (2005)
* Alla luce del sole di Roberto Faenza (2005)
* In un altro paese di Marco Turco (2006)
* Il 7 e l'8 di Ficarra e Picone (2007)
* L'uomo di vetro di Stefano Incerti (2007)
* Milano-Palermo: il ritorno di Claudio Fragasso (2007)
* Il dolce e l'amaro di Andrea Porporati (2007)
* Palermo Shooting di Wim Wenders (2008)
* Baarìa di Giuseppe Tornatore (2009)


Arte

L'Accademia di Belle Arti di Palermo venne istituita nel 1780, in origine nacque come Scuola di disegno assumendo l'attuale conformazione degli istituti nel 1923; appartiene all'Università degli Studi di Palermo.


Teatro






Teatro [modifica]
Teatro Massimo Teatro Politeama GaribaldiTeatro Massimo:è il più grande teatro d'Italia e uno dei più grandi teatri lirici d'Europa (il terzo per dimensioni dopo l'Opéra National de Paris e Staatsoper a Vienna)[36] ed è famoso nel mondo per l'acustica perfetta con la sua sala a ferro di cavallo[37];
Teatro Politeama Garibaldi: il secondo teatro della città per grandezza e importanza è progettato da Giuseppe Damiani Almeyda in stile neoclassico "pompeiano" e l'ingresso è costituito da un arco di trionfo sormontato dalla quadriga bronzea di Apollo, opera di Mario Rutelli;
Teatro Garibaldi: Il teatro venne inaugurato nel 1861 da Giuseppe Garibaldi, che vi fece un discorso alla folla[38]. In seguito all'attuale ristrutturazione sarà dotato di tribuna retrattile per uno spazio scenico adatto alle rappresentazioni teatrali moderne e sperimentali;
Teatro Biondo: inaugurato nel 1903 è in puro stile ottocentesco ma dotato di suggestivi arredi in stile liberty;
Teatro al Massimo: il teatro in stile liberty venne progettato dall'architetto Giovan Battista Santangelo, che proveniva dalla scuola del Basile, e venne ultimato nel 1924;
Teatro di Verdura: viene utilizzato durante l'estate per le rappresentazioni del Teatro Massimo[39];
Teatro Santa Cecilia: fondato dall'Unione dei Musici nel 1692 fu fino alla metà del XIX secolo il teatrò più importante della città[40];
Teatro Zappalà: venne fondato il 9 febbraio 1996 da Franco Zappalà e da suo fratello Nino;
Teatro Libero: nato nel 1968 è il teatro palermitano dove vengono rappresentati spettacoli di sperimentazione;
Teatro Ditirammu: è il teatro del canto e della tradizione popolare;
Teatro Lelio: è il teatro contemporaneo della città, moderno sia per la sua riapertura che per le moderne esibizioni teatrali svolte al suo interno;
Teatro delle Balate: luogo aperto pure all'incontro di linguaggi diversi che lo rendono non solo teatro ma anche sede di mostre, proiezioni e incontri;
Teatro Nuovo Montevergini: il primo complesso venne costruito alla fine del XV secolo e adibito a convento di Santa Maria delle Grazie di Montevergini. Nel 1997 il comune appaltò i lavori di recupero dell'intero immobile che adesso è teatro ma anche locale notturno nei locali adiacenti[41];
Teatro Bellini: nel quartiere Kalsa, il "Regio Teatro Carolino", costruito nel 1726 fu ribattezzato "Teatro Bellini" solo nel 1848[42].
Teatro Villa Filippina: è un teatro estivo che ha sede in piazza San Francesco di Paola[43].



Personalità legate a Palermo



Palermo è stata città natale di due papi: il primo, papa Agatone, divenuto monaco a Palermo, fu a capo della chiesa dal 678 al 681. Agatone è raffigurato in una statua situata sulla balaustra posta fuori la cattedrale della città ad angolo con il Corso Vittorio Emanuele. Circa una decina di anni dopo venne eletto il palermitano Papa Sergio I, cui si deve l'introduzione dell'Agnus Dei nella liturgia.

Tra le personalità palermitane spiccano nel campo dello spettacolo Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, i due uniti in coppia furono un simbolo per la comicità del cinema italiano. Nella loro comicità non mancavano le battute in dialetto palermitano e le buffe mosse di Franco Franchi, che spesso ricordavano quelle dei Pupi siciliani. Altri personaggi famosi nel cinema nazionale, portatori della sicilianità, nati a Palermo sono: Aldo Baglio, Francesco Benigno, Lando Buzzanca, Pino Caruso, e conosciuto per le sue strette parlate in dialetto Tony Sperandeo, senza dimenticare la coppia di Ficarra e Picone e la comica Teresa Mannino, conosciuta da pochi anni grazie al cabaret Zelig. Conosciuti inoltre per via del programma televisivo Striscia la Notizia sono gli inviati Stefania Petyx ed il conduttore Sasà Salvaggio, famosa invece nel mondo della musica italiana e nata a Palermo fu Giuni Russo.

Il comune ha concesso la cittadinanza onoraria a diverse personalità. Tra essi:

* Tarik Kupusovic
* Dalai Lama
* Antonino Caponnetto
* Chiara Lubich
* Salvatore Pappalardo
* Silvia Baraldini
* John Hume
* Juan Carlos I di Spagna
* Antonio Manganelli
* Pierre Sané
* Giancarlo Caselli
* Elisabeth Mann Borgese
* Jean-Pierre Willem
* Dario Fo
* Franca Rame
* Hans-Georg Gadamer
* Federico Mayor
* Fabrizio Miccoli
* Ugo Marchetti
* David Trimble
* Daisaku Ikeda
* Salvatore De Giorgi
* Sylvano Bussotti
* Maurizio Zamparini
* Donald Garstang
* Don Domenico Gallizzi



Eventi














Il carro trionfale della SantuzzaFesta di Santa Rosalia o U fistinu, è la festa dedicata alla santa patrona dal 1624 in poi, ogni anno rappresenta un evento a cui prendono parte migliaia di persone, principale evento della città, si svolge con la processione dei carri trionfali della santa per il Cassaro, con il finale della festa colorato dai giochi pirotecnici sul lungomare del Foro Italico;
Fiera del Mediterraneo, manifestazione espositiva svolta dal 1946 al 2008;
Palermo film festival, progetto cinematografico nato nel 2000;
Premio Mondello, premio letterario istituito nel 1975;
Rally aereo di Sicilia, rally organizzato presso l'aeroporto di Boccadifalco dal 1949
Rally Targa Florio, gara automobilistica nata nel 1906 trasformata in rally dal 1978 in poi;
World Festival on the Beach, manifestazione sportiva attiva dal 1995.


Suddivisioni storiche







Mappa del centro storico di PalermoIl centro storico di Palermo (che corrisponde alla prima circoscrizione), costituito da quella che era la città racchiusa entro le mura cinquecentesche, è diviso da due vie che si incrociano a piazza Vigliena, creando una croce detta "la croce barocca" (i Quattro Canti, detto anche "Teatro del Sole"): Via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele. Queste due vie creano quattro quartieri storici noti come i quattro mandamenti[45]:

Kalsa o Mandamento Tribunali,
La Loggia o Mandamento Castellammare,
Seralcadio o Il Capo o Mandamento Monte di Pietà,
Albergheria o Mandamento Palazzo Reale.
Questi quartieri sono stati interessati da due risistemazioni urbanistiche, la prima nel 1600 con il taglio di via Maqueda che crea la croce barocca[46], il secondo nel 1885 fu il taglio di Via Roma. Attualmente all'interno di questi quartieri hanno sede i mercati storici della città.


La ZisaLa Zisa è situata nella parte centrale della città e prende il nome dall'omonimo palazzo di origine araba. In origine faceva parte dell'antico parco normanno, luogo di villeggiatura e di caccia dei sovrani che si estendeva subito fuori la cinta muraria; era costituito da piccoli nuclei di case, intorno ai mulini per grano e sale costruiti lungo il corso del torrente Gabriele, nei quali si accalcavano più di mille abitanti. Con la crescita della città nel tempo fu assorbita dal tessuto urbano. Conserva il Palazzo della Zisa, il parco omonimo e il Villino Florio in stile 'art nouveau', fatto costruire nel 1899 da Ernesto Basile su commissione della ricca famiglia palermitana.

A distanze anche considerevoli dal centro storico sono sorti grandi quartieri periferici, alcuni dei quali (Borgo Nuovo, CEP San Giovanni Apostolo, Zen, Sperone) costituiti da edilizia popolare.


Borgate e Frazioni












Palermo è una città policentrica[47], poiché durante l'espansione urbanistica novecentesca vennero inglobati centri urbani preesistenti[48]. Questi piccoli centri abitati sono le storiche borgate e frazioni, tavolta a seguito della cementificazione della Conca d'oro, poco distinguibili all'interno del tessuto urbano. Il sistema di questi centri ha origini antiche e, grazie a una capillare rete viaria metteva in collegamento il centro storico con una ventina di altri insediamenti dislocati nel territorio vicino in modo da assolvere ognuno a una determinata funzione: vi erano le frazioni marinare, come Mondello, Sferracavallo, Addaura, (con un'economia votata soprattutto alla pesca). E quelle dedite tutt'oggi all'agricoltura degli agrumi, come Ciaculli, Croceverde, Belmonte Chiavelli.

Croceverde e Ciaculli, oltre che borgate di campagna sono invece, frazioni ancora ben distaccate dal centro urbano, e ben delimitate dalle montagne. Entrambe le frazioni vivono quasi esclusivamente di coltivazione agrumicola. A Ciaculli si coltiva il mandarino tardivo, protetto da Slow Food.


Mondello è una località balneare, originariamente villaggio di pescatori, sviluppatosi intorno ad una antica tonnara. In seguito alla bonifica del territorio circostante[49], tra il 1892 e il 1910, viene costruita una città giardino con numerose ville in stile liberty e il Kursaal a mare. Da Mondello si accede alla Riserva naturale di Capo Gallo - Isola delle Femmine. Il periodo d'oro di questo luogo fu la Belle Epoque, quando la ricca borghesia cittadina fece costruire le ville in quello che era lo stile più attuale, il liberty.
Sferracavallo è un'altra località balneare. Borgo marinaro e turistico, e sviluppatosi intorno alla tonnara di Calandria, è stretto dai Monti Billiemi e da Pizzo Santa Margherita. Durante alcuni scavi archeologici nelle grotte Impiso, Pecoraro e Conza sono stati scoperti materiali del paleolitico superiore. All'inizio la piccola comunità ebbe un'economia incentrata sul mare, col passare del tempo gli abitanti si dedicarono anche alle attività agricole con la coltivazione dei vigneti, del mirto e del sommacco. Intorno al XVI secolo vennero costruite due torri a difesa della borgata dalle continue razzie piratesche; una di queste due torri fu distrutta per far posto all'attuale autostrada Palermo - Punta Raisi. Dopo il XVIII secolo, vennero costruiti numerosissimi villini in stile liberty.
Addaura è una borgata che si trova a sud-ovest di Mondello e che ospita numerose ville di recente costruzione. A circa 70 m s.l.m., si trovano alcune grotte dove sono stati rinvenuti resti del paleolitico e del mesolitico che si trovano ora al Museo archeologico regionale Antonio Salinas; in altre grotte vicine sono stati rinvenuti graffiti con figure umane ed animalesche d'era paleolitica. L'insenatura dell'Addaura un tempo era difesa da una torre circolare del XV secolo di cui non resta molto.


Agricoltura


Benché il territorio sia prevalentemente urbanizzato all'interno del comune sono ancora presenti vasti territori dedicata all'agricoltura. In particolare forte è la presenza di questi terreni nella zona di Ciaculli dove viene cotivato un particolare tipo di mandarino locale[50] per il quale i produttori si sono riuniti in un consorzio[51].

La pesca è ancora un'importante attività cittadina: grossi gruppi di pescatori sono presenti in alcuni porti minori cittadino come La Cala e soprattutto il porto di Sferracavallo[52]. La borgata è infatti rinomata per la grossa presenza di ristoranti specializzati nella preparazione di pietanze a base di prodotti ittici[53]. L'allevamento è diffuso soprattutto aldilà delle alture che delimitano il tessuto urbano della città. È inoltre diffuso a largo dalla costa cittadina l'allevamento del tonno[54].


Industria





Il principale polo industriale cittadino è il porto di Palermo con la presenza dei cantieri navali di prorpietà della Fincantieri che generano anche un grosso indotto. Altri poli industriali cittadini sono: il quartiere industriale di Brancaccio dove sono presenti molte attività industruali di media dimensione, il maggiore deposito ferroviario merci della città, e i capannoni della nettezza urbana comunale e degli Autobus; la Zona Industriale Nord, nota anche come via Ugo La Malfa, anche se quest'area è in larga parte occupata da società di servizi; la zona di Partanna. Altre zone industriali sono ormai dismesse come l'area dell'Ex Chimica Arenella, destinata a trasformarsi in zona turistico alberghiera.



Servizi

Sede regionale della Banca d'ItaliaIl terziario ed i servizi rappresentano la principale economia cittadina[55]. In particolare la grossa presenza di uffici governativi della regione siciliana, degli uffici comunali e provinciali, oltre che delle sedi regionali di istituti pubblici, come per esempio la Banca d'Italia, occupa direttamente e tramite l'indotto una grossa fetta della popolazione attiva[56]. Sono inoltre nate molte società di servizi che si occupano soprattutto di telefonia.

Importante settore è quello bancario, la città è infatti sede principale del Banco di Sicilia sin dalla fondazione del banco e nonostante l'acquisizione da parte del gruppo Unicredit risulta avere ancora un consiglio d'amministrazione proprio. Altre banche con sede a Palermo sono la Banca Nuova (di recente fondazione), il Credito Siciliano e la Banca di Palermo.

Il numero di strutture alberghiere ed extra-alberghiere è aumentato tra il 2001 ed il 2009, con una diminuzione dell'indice di occupazione[57][58][59]. In questo campo è importante il contributo del crescente traffico crocieristico[60].

Il settore commerciale è invece orientato al dettaglio e alle aziende di piccola e media dimensione, con una ridotta presenza della aziende della GDO[61]. Il 25 novembre del 2009 ha aperto ufficialmente l'unico grosso centro commerciale presente sul territorio comunale[62], il Forum Palermo nel quartiere Roccella. Attualmente è in costruzione un altro grande centro nel quartiere Borgo Nuovo[63].

Infrastrutture e trasporti [modifica]
Strade [modifica]
La città di Palermo è collegata da sud-est a nord-ovest, tramite la Circonvallazione di Palermo (a 2 corsie per senso di marcia più le corsie d'emergenza), a 2 delle 5 autostrade siciliane:

A19: Collega Palermo a Catania, non a pagamento, attraversa zone non densamente popolate dell'entroterra, spesso interrotta per lavori. Inaugurata dall'ANAS nel 1970, ma completata soltanto nel 1975[64], detiene un record: il viadotto più lungo d'Italia[senza fonte], che serve lo svincolo di Enna.
A20: Collega Messina all'autostrada Palermo-Catania nei pressi dell'uscita Buonfornello a 46 km da Palermo, con pedaggio, inaugurata nel 1972, ma completata soltanto nel 2005[64]. Nel 2003 ha registrato oltre 21 milioni di veicoli transitati.
A29: Palermo-Mazara del Vallo collega Palermo a Mazara del Vallo e all'aeroporto palermitano Punta Raisi, nonché all'A29 Dir. Alcamo-Trapani. Venne inaugurata nel 1978[64] e collegata alla Circonvallazione di Palermo solo alla fine degli anni ottanta. L'intera autostrada è percorribile senza pedaggio. Su questa autostrada avvenne la Strage di Capaci dove morì Giovanni Falcone.


Ferrovie





Il trasporto su rotaia è abbastanza diffuso: attualmente all'interno del comune di Palermo le stazioni ferroviarie vengono utilizzate anche per il traffico metropolitano. Le principali stazioni sono:

Stazione Centrale: edificata alla fine del XIX secolo vede una espansione in verticale nel dopoguerra con la costruzione di 2 piani superiori che mantengono lo stesso stile architettonico neoclassico della base. Nello stesso periodo vengono sostituite le pensiline sopra i binari. Conta 12 binari ed all'interno si trovano negozi e luoghi di ristoro.
Stazione Notarbartolo: costruita negli settanta per servire la nuova area a nord della città. Conta 7 binari. All'interno vi è un punto ristoro ed alcuni negozi di servizio. La stazione è inserita nel progetto Pegasus delle Ferrovie dello Stato[65].
Stazione Lolli: edificio costruito alla fine del XIX secolo su pressione dei nobili per garantire i collegamenti con un'importante area agricola, attualmente non viene più utilizzata.
Stazione Sant'Erasmo: utilizzata dalla Ferrovia Palermo-Corleone-San Carlo nel 1953 venne demolita e spostata verso l'esterno della città nel quartiere Tommaso Natale.
Stazione Orleans: di recente costruzione, si trova totalmente sotto il livello stradale. Stazione di utilizzo strettamente metropolitano molto utilizzata grazie alla sua posizione (si trova presso l'Università di Palermo, il Palazzo dei Normanni e Piazza Indipendenza).
Altre stazioni sono Tommaso Natale, Brancaccio, S. Lorenzo, Francia e Vespri (Policlinico-Ospedale Civico).



Porti










Porti [modifica]

Porto turistico dell'Acquasanta
Un'immagine delle gru del porto civilePorto Civile: È sempre stata una delle più importanti vie di comunicazione per la città ed adesso è tra i maggiori scali italiani e mediterranei per traffico passeggeri e merci. Il numero di passeggeri transitati nel 2007 è di 2.400.000, con un incremento del 30% rispetto al 2006. È anche il sesto porto italiano per traffico di passeggeri su navi da crociera con un movimento di 471.835 passeggeri nel 2007 e di 929.611 nei primi dieci mesi del 2008[66][67].
La Cala: il porto - ora turistico - è uno dei più antichi al mondo, trovando la sue origini nell'VIII secolo a.C., quando la corrispondente insenatura naturale fu sfruttata come approdo organizzato dai Punici mentre la città si sviluppava. Sono iniziati i lavori di recupero e riqualificazione dell'approdo.[68]
Arenella: situato alle falde di Monte Pellegrino, questo piccolo approdo di pescatori si è oggi trasformato in un moderno porto turistico.
Sferracavallo: importante porto peschereccio, si trova a Nord Ovest della città.
Mondello: in origine un approdo di pescatori è divenuto negli ultimi decenni soprattutto un porto turistico, anche se vi ormeggiano ancora alcune barche da pesca.
Acquasanta: situato vicino ai cantieri navali di Palermo, è un porto turistico in prossimità dell'hotel Hilton di Villa Igiea.
Fossa del Gallo: porto turistico all'interno della Riserva naturale orientata Capo Gallo.
Porto dell'Addaura: porto turistico posto alle falde di Monte Pellegrino.
Sant'Erasmo: si tratta di un piccolo approdo turistico, sono previsti lavori di riqualificazione[69].
Bandita: approdo in via di riqualificazione come porto turistico.




Aeroporti








Aeroporti [modifica]
Aeroporto di Palermo-Punta Raisi: il nome ufficiale è stato cambiato in Aeroporto Falcone e Borsellino, nono scalo italiano per numero di passeggeri (4.511.000 nel 2007[70]), posto a circa 35 km da Palermo in direzione Trapani, in via di espansione, in occasione dei mondiali di calcio “Italia 90” fu adeguato all'evento sportivo con sistemazione a verde, aree di accoglienza mirate e una speciale Sala Vip realizzati dal Designer Francesco Buffa. È candidato a diventare Hub del Mediterraneo, attualmente in fase di ampliamento deve passare dai 35.000 m² di spazi per i passeggeri attuali a 100.000 m²[71].
Aeroporto di Palermo-Boccadifalco: ex aeroporto militare, nel 2005 l'aeroporto è stato convertito a civile[72] dopo l'acquisto da parte dell'ENAC. Si trova all'interno della città, attualmente è base regionale per la protezione civile[73]. Fu utilizzato per voli regionali verso Enna e le Eolie[74].


Ambasciate e consolati


Unione Europea:
Austria
Repubblica Ceca
Danimarca
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Lituania
Lussemburgo
Malta
Paesi Bassi

Portogallo
Regno Unito
Spagna
Svezia
Ungheria
Resto del mondo:
Albania
Bolivia
Brasile

Capo Verde
Libia
Marocco
Messico
Norvegia
Principato di Monaco
Federazione Russa
Senegal
Stati Uniti
Tunisia


Gemellaggi


La città di Palermo è gemellata con le seguenti città[82]:

Pistoia, dal 1996
Santiago di Cuba, dal 1996
Tbilisi, dal 1997
Miami, dal 1997
Palermo, dal 1998
Khan Younis, dal 1998
Bukavu, dal 1998
Jaroslavl, dal 1998
Chengdu, dal 1999
Sestu, dal 1999
Hanoi, dal 2000
Monterey, dal 2000[83]
Biserta, dal 2000
Danzica, dal 2005
Samara, dal 2008


Sport



Calcio





Palermo è sede della squadra di calcio dell'Unione Sportiva Città di Palermo, fondata nel 1898 (e rifondata nel 1987), nota semplicemente come Palermo, con i colori sociali rosa e nero; dal 2004, anno del ritorno in Serie A, milita nella massima serie del campionato italiano. La squadra utilizza lo Stadio Renzo Barbera (detto La Favorita). Altre squadre cittadine sono il Fincantieri e il Panormus.

Due le squadre di calcio femminile, Aquile Palermo ACF e Polisportiva Ludos Palermo, entrambe in Serie A2.



Automobilismo



Targa Florio: la più antica corsa automobilistica della storia[84], disputata fin dall'inizio del secolo scorso e organizzata dalla Famiglia Florio, attualmente rientra nel circuito del campionato del mondo di Rally[85].


Ciclismo


Nel maggio del 1930 la 2^ tappa del 18º Giro d'Italia si è conclusa a Palermo ed è stata vinta dall'Italiano Leonida Frascarelli.[86]
Il 12 maggio del 1986 la 1^ tappa del 69º Giro d'Italia (prova a cronometro) si è svolta a Palermo ed è stata vinta dallo svizzero Urs Freuler.[87]
Il 30 maggio 1993 l'8^ tappa del 76º Giro d'Italia si è conclusa a Palermo ed è stata vinta dall'italiano Adriano Baffi.[88]
Il 10 maggio 2008 da Palermo è partita la 91^ edizione del Giro d'Italia, si è trattato di una cronometro a squadre, vinta dalla squadra statunitense Slipstream Chipotle[89].


Canoa polo


Ghisamestieri Palermo, colori sociali bianco e blu. Unica squadra palermitana a potersi fregiare di uno scudetto per la vittoria del campionato nazionale nel 2000, inoltre la squadra ha vinto 2 Coppa Italia, nel 2004 e nel 2005. Attualmente militante nella massima serie del campionato nazionale[90].
C.N.Marina S.Nicola, colori sociali bianco e celeste. Attualmente militante nella massima serie del campionato nazionale.
Società Canottieri Trinacria, colori sociali giallo e rosso. Dal 2008 nella massima serie del campionato nazionale.


Impianti sportivi




Impianti sportivi

Stadio Renzo Barbera - La Favorita
Stadio Vito Schifani
Stadio CUS
Velodromo Paolo Borsellino
PalaDonBosco
PalaUditore
PalaOreto
PalaCUS
Palasport Fondo Patti

Stadio Renzo Barbera Piscina Olimpionica
Campo Tenente Onorato
Diamante Fondo Patti
Ippodromo della Favorita
Palestra atletica pesante
Pista di pattinaggio
Campo da golf di Villa Airoldi